Disperdo involontariamente cellule che precipitano al suolo , le sento che , con un suono molto cupo, fermano il loro esistere uniforme e colorato tra le piastrelle della mia nano casa , che scelleratamente uso come micro atelier o come cuccia .
Con un'approssimata attenzione cerco di non calpestarne il ricordo ma goffo il mio passo appesantito da 15 cm di tacco , inavvertitamente le sposta calciandole qua e la.
Saltano ed imprecano quelle , prima di quietarsi tra gli angoli più nascosti , giusti per sparire al mio sguardo ma , riempire l'ambiente della mia stessa energia , che , disperdendosi si fonde con il profumo di uomini e l'odore di fumo , impregnando anche i sogni che, restano aggrappati alle illusioni di vedermi tornare alla ribalta.
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