lunedì 21 luglio 2025

DEPRAVAZIONE

Le luci della sera , la rendevano nervosa, non sopportava il non vederci chiaro e cercare nelle tenebre era davvero una cosa che non le apparteneva più. ora la notte le serviva esclusivamente per nascondersi dalle sue stesse paure . Era frustrante , era davvero tedioso per una che , aveva rincorso i suoi anni tra avventure consumate proprio nelle ore più tarde della notte complice di ogni lussuriosa depravazione. Ancora fremeva al ricordo di grovigli di corpi sudati a formicare selvaggi in riva alla Piave , oppure raptus sessuali improvvisi ed assalta vorticosi tra le rovine di fabbriche e case abbandonate. Quei pensieri le facevano sempre voglia di afferrare il suo ricucchia clitoride per affondare i suoi desideri in istanti solo suoi affamata di orgasmi. Dotata di una estrema ed istrionica fantasia sessuale , e , decisa a mordere gli anni della sua vita non più carezzevole e timidamente ma , quasi con arroganza ed un pò di sadismo, aveva avuto modo di sperimentare le pratiche sessuali più assurde . Ed in ogni situazione si trovava quasi annoiata a rivestire un ruolo dominante che faceva impazzire gli uomini ma sgretolava la sua passione erotica, giorno dopo giorno Dopo tante esperienze , solo il suo giocattolo la faceva trasalire e godere davvero . POteva liberare in quei momenti la sua fantasia depravata e , allora si che si immaginava le situazioni più eccitanti mai provate . E lei aveva un immagine che ogni volta sovrastava tutto il resto. Abitava con due uomini , che la rendevano emotivamente instabile , due ragazzi davvero molto belli , i classici strozi dannati e irraggiungibili , ma che lei demenzialmente vedeva ormai come sue giocattolini . Loro erano gli unici che lei non riusciva a dominare anzi accanto a loro si sentiva anche un pò sottomessa e questa cosa le piaceva un sacco . Li aveva visti nudi tante volte e , i loro cazzi nervuti le bagnavano sempre le muttandine che , ad un certo punto decise di lasciare in qualche cassetto dimenticato. Ogni volta che si masturbava, pensava a loro e la sua voglia cresceva così tanto da farla esplodere di orgasmi multipli ... insomma era proprio un sogno ad occhi aperti e , quella sera iniziò così. Stava linda, assorta tra le sue scritture , mentre quei due meravigliosi moraccioni le ronzavano attorno in quel pomeriggio di luglio , in maniera piuttosto equivoca. Testa per aria, non si rendeva mai conto delle situazioni ma in quel torrido pomeriggio estivo , scorse uno scambio di sguardi tra i due che per un attimo la fecero trasalire . "Ragazzi, faccio un giretto" ... "Piccola come mai con questo caldo ?" risposero all unisono i due guasconi, seguendomi prima con lo sguardo poi in giro per la stanza ... "Be vado a prendere una birra da Alex " ... " ci vado io " rispose il più stronzo dei due ... Avvicinandosi alla porta , Linda si girò distratta farfugliando una risposta , ma , all improvviso , con la mano giù sulla maniglia , si sentì afferrare con forza da quello più depravato , che incalzò il primo invitandolo a prendere una sedia . Lei incredula, eccitatissima ma un pò preoccupata cercò di liberarsi dalla morsa di quel figaccione che , ora le strusciava addosso un erezione non troppo timida, anzi alquanto sfacciata . La sua indecisione stava nel non sapere che parte fare , se la vittima spaventata o la complice , un pò zoccola e per niente disarmata. Neanche il tempo di scegliere la sua parte che si trovò legata a quella sedia che mai avrebbe scambiato per un giocattolo del sesso lo stronzo dei le strappò l abito facendola trasalire in un improvviso , inaspettato , imbarazzante orgasmo con squirting da bagnarle anche le gambe , i suoi gemiti incalzati dalle frasi ferocemente passionali dei due , si intersecavano così avidamente da creare un caos erotico incredibilmente teatreale . Il più depravato quello che sembrava un pò dirigere la situazione, le afferrò la testa e la costrinse in un pompino estremo che invase la sua bocca obbligandola a conati di vomito rumorosi ed incalzanti . la scena continuò con tutta l'immaginazione più perversa che si possa anche solo pensare. leccate di figa , morsi , sguardi languidi ,e sudore mescolato a umori e sperma gustosamente innaffiato sul corpo di Linda che , senza battere ciglio aggiungeva perversione a quella scena già eroticamente esplicita. audacemente provocanti i due esibivano i loro enormi cazzi e la costringevano a succhiare con ritmo costante mentre con le dita le scopavano figa e culo . Spinta sul letto , messa a pecora ,e tenuta bloccata ancora , si alternarono in una penetrazione sadica e possente da farla urlare di dolore e piacere . Ad ogni suo tentativo di liberarsi i due stringevano la morsa , per scoparla ancora , volevano portarla al limite , sentirle dire basta , volevano vederla supplicare di interrompere quel film erotico , ma lei , pur stanca offriva i suoi lussuruosi pertudi del piacere , vincendo quella guerra di sesso , dove alla fine della storia se ne esce tutti sudati , stravolti ma felici .

VIA CRUCIS DELLA LUSSURIA

Era già tardi e come sempre si apprestava in gran velocità alla fermata del autobus che , l'avrebbe portata in stazione per il suo quotidiano treno per Venezia. Faceva la escort , e da qualche mese aveva deciso di cambiare clienti. la sua cittadina di provincia, l'aveva stancata, sempre le stesse facce , sempre le stesse depravate richieste , si era annoiata . Pensava che cambiare l'avrebbe di nuovo animata e poi sperava che a Venezia avrebbe incontrato il suo ricco ereditiero , anziano magari , ci aveva pensato a lungo e , deglutendo molte volte questo pensiero aveva compreso che , le sue tasche vuote reclamavano un pò di benessere da troppo tempo perciò poteva soprassedere alla differenza di età. con un abitino quasi invisibile salì di fretta su quel autobus che, ahimè gremiva di persone . odore di sudore , chiacchierio incomprensibile , un ragazzo con lo stereo , e qualche tisico con un catarro pauroso ... odiava quel orario , ma , diamine la sveglia ? Quella stronza non aveva fatto il suo dovere ed ora doveva adattarsi a stare stretta tra due donne ed un tipo un pò dandy (decisamente carino ) , be era sempre meglio di niente. Lui, che non si perdeva nulla dietro ai suoi occhiali vintage la notò impacciata tra la stretta delle persone , la chiamò con un cenno che lei accolse subito , le fece spazio girandosi e offrendole spazio accanto a lui. Mentre lei accolse la gentile offerta , si senti scopata dal suo sguardo dietro alle lenti da sole , un brivido le percorse la schien facendola trasalire per l'eccitazione.. Certo con il suo lavoro ormai non la scalfiva più nessun ammiccamento maschile , ma lui , bè , sarà stata l'ora, la posa, il sole. Lui l'aveva colpita e , data la reazione della sua passera decisamente affondata. Una volta raggiunto il posticino accanto a lui, improvvisò il suo solito atteggiamento da escort , ma lui capendo la situazione al volo le bisbigliò al orecchio "con me non serve , davvero ti ringrazio " e finendo la frase senza badarci le infilò la mano sotto la gonna, spostandole con un agile mossa lo slip , e facendola sobbalzare in un gridolino isterico . Non si era resa conto della situazione , mentre lui con forza e decisione si mosse dentro di lei fino a sentirla colare oltre le dita. Una vecchia poco più in là sdegnata della cosa , lo fece notare a suo marito un uomo altezzoso e dallo sguardo dolce che si girò verso di lei e le disse " magari potessi farlo io " Il viaggio verso Mestre si concluse con lei che , imbarazzatissima scese dal autobus quasi scappando da lui, che sembrava sparito nel nulla . Il treno stava per partire , e sempre trafelata e con la vagina ancora grondante di orgasmo si lanciò verso la porta di quella vecchia carrozza . Ancora una volta l'orario non era favorevole e tutti i posti erano già occupati , stranieri , studenti m uomini e donne d affari .. che stress , neanche un posticino , non le restava che stare in piedi davanti alla porta del bagno .. Il treno rapidamente si mise in marcia e con uno strattone lei spalancò la porta della toliet , tronadosi tra le braccia di nuovo di quel meraviglioso uomo che si era messo in disparte per una chiamata urgente . Le sorrise e senza dire nulla la strinse per la vita e le piazzò una limonata salivosa mordendole le labbra con le sue carnose e pazzescamente arrapanti ,trascorsero secondi , forse minuti , ed un signore bussò alla porta ridestando i due che , ancora una volta si divisero lasciandosi un secondo atto in quel meraviglioso spettacolo esibizionista. Cavolo erano le situazioni più pazzesche che potessero accaderle. scopare con uno sconosciuto in luogo pubblico affolato .. era la sua perversione si daI primi passi di danza nel mondo del eros... incespicando tra le persone che la urtavano in quelle viuzze strette di venezia , si imbattè in un piccolo corteo sindacale, purtroppo , quella calle era l'unica che la portava al suo piccolo residence , perciò anche lei sbuffando si aggregò in fila al gruppo urlante di ideali e ipocrisia . qualche passo ed una mano le afferrò il braccio trascinandola in un piccolo scanso della strada . Lei si girò spaventata e , era ancora lui che questa volta, ridendo e poi , sorridendole eccitato , le alzò una gamba , premendo contro di lei il suo cazzo eccitatissimo in una evidente errezione , che , poratò lei alla perdizione , ma voce strozzata non riuscì di nuovo a parlare e si lasciò trastullare avidamente da lui che , questa volta si era lanciato sui suoi seni grossi e turgidi. SEnza baciarla ma mordendole il collo , la allontanò di nuovo interrotto da un ragazzino che impertinente separò un altra volta i due che si petrsero ancora di vista . Mordendosi il labbro superiore dalla voglia di continuare quella via crucis lussuriosa , lei , si guardava attorno ma come sempre , il suo uomo misterioso era scomparso . Giungendo finalmente al recidence , raccolse la posta e si accinse ad indossare la lingerie da Escort , dopo essersi lavata di malavoglia quel profumo dolciastro di maschio che , avrebbe preferito tenere per sempre . Sorridendo con una smorfia da , auto rimprovero a quel capriccio pericoloso che le aveva sfiorato la testa , era pronta per il primo cliente che poco dopo suonò alla porta . LEI APRIì , E LO VIDE BELLISSIMO DAVANTI A SE' . lUI RIMANENDO AL SUO POSTO , TIRO' FUORI I SOLDI , LA SCRUTO' E SORRISE DICENDO " DICONO CHE SEI BRAVA CON L INGOIO , ED IO SONO QUI SOLO PER QUESTO ". LEI SORRISE NON PIU' IMBARAZZATA NELLA SUA DIVISA DA GUERRIERA DEL SESSO , GLI ACCENNO'UN IRRIVERENTE SORRISO , LO FECE ENTRARE E CHIUSE LA PORTA , REGALANDO FINALMENTE DEL PUDORE ED UNA CERTA INTIMITA' A QUEI DUE CHE , NON USCIRONO TROPPO PRESTO , SE NON PER DECIDERE PER CHE VIAGGIO PARTIRE , QUESTA VOLTA IN SPIDER, UNO ACCANTO ALL'ALTRA . DECISERO CHE AVREBBE SEMPRE GUIDATO LUI PERCHE' LEI VOLEVA ESSERE LIBERA DI FARLO GODERE TUTTE LE VOLTE CHE VOLEVA .

mercoledì 14 maggio 2025

 


Parigi anni ’20 – Il rossetto di Lili


Parigi odorava di assenzio e fumo, nell’anno 1924. Lili camminava con passo lieve nei vicoli del Marais, un foulard di seta rossa legato tra i capelli e un rossetto che sapeva di ciliegie e peccato. Era una modella e a volte anche molto di più: musa, amante, provocatrice.


Filalfi, un pittore italiano in esilio volontario, la notò alla Brasserie du Temps. Il suo viso era un’opera cubista: angoli vivi, colori caldi, uno sguardo che tagliava come vetro. Si scambiarono sguardi, poi parole, poi lenzuola.


Nel suo studio di Montparnasse, tra quadri incompiuti e bottiglie vuote, i due si spogliarono come tele da riempire. Lui la dipingeva con dita e lingua, lei gemeva a ogni pennellata. Si fecero l’amore sopra un tappeto orientale, tra le candele e le risate lontane dei poeti ubriaconi.


La voce si sparse: Lili era diventata la stella di una mostra scandalosa, in cui ogni quadro raccontava una loro notte. Galleristi, amanti, e prostitute frequentavano il vernissage in Rue des Artistes. Ma mentre il successo di Filalfi cresceva, il corpo di Lili si spegneva. La tisi le consumava il fiato.


Morì in un letto bianco, con un bacio sulle labbra e il rossetto ancora perfetto. Filalfi dipinse il suo ultimo quadro con lacrime e sangue. Lo intitolò: "Attimo d’eros vi vi

lunedì 17 marzo 2025

Incubo in chiave di Fa


 Stanotte ho sognato forte


Incubo in chiave di Fa


La scalata era interminabile e la foschia ci stava raggiungendo, ero con un amico, un semplice splendido amico, uno di quelli che ci si può fidare, non stavo rischiando nulla, forse sarei stata felice.


La sensazione di fuggire da qualcosa, più che da qualcuno.


Ricordo eravamo entrambi Due belle figure, più anime che demoni.


Il paesaggio cambiava di colpo in continuazione come sui livelli di un videogame impazzito, dove ogni schema è più complesso.


Vedevo pixel caderci addosso come se tutto stesse crollando nella più torbida immaginazione.


"Teniamoci per mano " ma neanche il tempo di dirlo eccoli arrivarci attorno.


Mi sento urlare qualcosa ed ogni immagine sparisce ora siamo su uno sfondo bianco, camminiamo su una base bianca sembra un foglio, io mi guardo le mani e sembro un disegno, "dove sei" urlo spiazzata nel trovarmi da sola.


"Dove sei!" Incredula cerco di una strada differente da nulla e di colpo appaiono enormi edifici di latta tutti uguali, contengono anime perse.


Sudano quelle pareti di angoscia.


lo mi sento chiamare e vedo la mia pelle mutare ala luce fastidiosa di una lampada a gasolio.


Sembra l'unica fonte di luce in quel terribile paesaggio di scheletri.


"Ti prenderemo "


lo scappo tra i palazzi e trovo riparo oltre l'obblio.

Ma quel morbo è arrivato anche a me sangue e pulsare un cuore malconcio. ... ora sono sola privata di tutto sento scorrere il mio


Non ho paura.


So che se voglio uscirne io devo combattere.


Uno specchio poco più la, mi osserva dai suoi immensi occhi una figura di donna che prima era bellissima ora, ricorda appena una sensazione di me.


"Ehi vieni qui! E lasciati catturare da questo riflesso "


L'ascolto, "sono pazza" dico tra me e me.


Mi avvicino e, quello specchio di vetro si fa liquido e mi avvolge, e mi sommerge e mi salva.


"Appena


In tempo ".


Ora sono io stessa il riflesso del mondo.


E vedo paesaggi susseguirsi e sento l'odore di una libertà strana.


Mi volto e osservo dove sono, ora ho capito, posso immergermi in qualsiasi paesaggio,


Posso incontrare figure di ogni specie e cercare tra tutti il mio amico perduto.

Siamo

 "Siamo principi e serpenti nella giungla delle menti , 

Spodestiamo i pensieri e roviniamo i sentieri che conducono dementi alla pasqua dei credenti"

Tela

 Temo la dimenticanza , come una tela che brucia lentamente . 

Persone distratte non vedono ciò che capita in un persona speciale .

Tra le bancarelle di questo mercato che è la vita io mi tolgo .

Mi sposto oltre poiché non sono in grado , mio malgrado di tacere ciò che provo .

Sentire , questo gesto istintivo che parte dalla mente , e scivola cauto oltre il corpo fino al cuore , per poi prudere i piedi che vorrebbero alzarsi oltre la terra .

La tela brucia per chi non sa apprezzare il gesto di fare con il colori un mondo nuovo .

La tela brucia ogni volta che mi chiedi quanti costa , e non quanti vale .

Gia perché , le mie tele sono emozione . 

Quanto vale un'emozione? 

Una linea indecisa , un colore sovrapposto quasi distrattamente ad un altro .

Forse stanno bene alla parete , forse arredano un locale , ma sono stati d'animo , vomitati in attimi speciali , gioiosi o sofferti ti vengono consegnati , speranzosi di essere compresi .

domenica 16 marzo 2025

Convivere

 

Quella convivenza, per così dire forzata, li aveva a un certo punto avvicinati talmente tanto da far svanire ogni traccia di imbarazzo, quel sottile impaccio che normalmente si percepisce tra due amici che si stanno ancora conoscendo. Ormai erano entrati in confidenza, e le notti trascorrevano tra dialoghi, risate, pianti isterici, litigate e tanta musica.


Entrambi legati a una condizione di vita particolarmente stressante, figli della strada, erano pronti a tutto pur di difendere il loro comune, seppur differente, ideale di libertà.

Le giornate trascorrevano più o meno tutte uguali, intrappolate in abitudini tutt’altro che morali. Depravazione e perversione erano il loro punto forte, giochi di parole e un continuo interrogarsi sulla vita.


01:57

Poco morale. Anzi, tutt’altro che morali. Depravazione e perversione erano il loro punto forte.


01:58

Non si può spiegare con esattezza cosa sia accaduto in quelle sere che si susseguivano apparentemente tutte simili, a volte monotone. Ma l’intreccio di due anime estranee, quasi altisonanti, spesso in discussione e spesso litigiose, avvenne senza regole, svelando solo dopo alcune settimane una tenera simpatia reciproca.


Quella era stata una giornata particolarmente divertente, leggera. I due si erano confrontati a lungo, giocando e costruendo testi poetici, che poi – sempre con umiltà – avevano spedito qua e là tra vari editori. Lei parlava a fiumi e lui la ascoltava con interesse, accorgendosi che quella strana donna, che inizialmente gli era sembrata folle, era in realtà una bellissima fonte d’ispirazione anche per il suo cervello affamato di curiosità e sapere. Anche lei sorrideva e lo osservava, pensando alle coincidenze che li avevano fatti incontrare. Per sbaglio? O seguendo un destino illogico, ma perfettamente in linea con l’imprevedibilità della sua vita?


La stanchezza, ormai padrona della notte, teneva il conto delle ore in bianco, mentre i due restavano semplicemente connessi in discorsi di ogni genere, spaziando in ogni direzione, prendendosi tutto lo spazio possibile nelle loro anime profonde e geniali.

Lui, ormai sfinito, si alzò all’improvviso, ridestando lei, ancora concentrata, con gli occhi rossi e le mani sporche di colore su fogli e pensieri ingarbugliati tra disegni.


— Credo che mi butterò un po’ giù, sai? Sono stanco. Tu fai con calma, fai quello che devi fare... però magari dopo riposati anche tu.


— Sì, certo, non ti preoccupare. Sai che quando sto costruendo un’idea devo lasciare libero spazio alla mia fantasia, finché non la esaurisco.


Sorridendosi dolcemente, prendevano tempo l’uno dall’altra. Ma poche linee e qualche sbadiglio dopo, anche lei, ormai stanca, si lasciò cadere tra le lenzuola sgualcite di quel letto così distante dalla loro brillante nobiltà.


Lo osservava mentre già dormiva, e sospirando dolcemente sussurrò:


— Quanto è bello.


Lo aveva sempre pensato, e questa consapevolezza la spaventava. Si era sempre ripromessa di mantenere le distanze, perché ogni volta che un uomo le si avvicinava, lei scappava. Quante amicizie aveva perso per paura di lasciarsi andare? Ma questa volta era diverso. Lei sapeva di non piacere a lui, come lui sapeva di non piacere a lei.


Sbadigliando, continuava a guardarlo, finché, d’impulso, lo chiamò, svegliandolo. Lui, ancora assonnato, aprì gli occhi.


E la vita era lì, accanto a sé.


D’istinto, le sorrise e le prese la mano. Lei, intimidita e scossa da quella strana situazione, si lasciò pervadere da una sorta di tenera eccitazione. Lui, furbo, probabilmente se ne accorse. E senza pensarci due volte, la tirò a sé. Ora erano avvinghiati, di colpo, senza rendersene conto. Lei su di lui, a fare cose proibite che mai avrebbero pensato di organizzare o pianificare.

POSSESSIONE

  L’aria era calda, immobile, e il sudore mi colava lungo la schiena. Lei stava lì, con la sua testa per aria, a scribacchiare come se nulla...